Cicerone scriveva che la gratitudine è la madre di tutte le virtù, e la sapienza antica ancora una volta ci offre uno spunto di riflessione valido anche ai giorni nostri.
Provare
gratitudine per quanto si è ricevuto dagli altri è infatti una risorsa
importante per le persone anziane e un fattore centrale che favorisce
un atteggiamento aperto e disponibile nei confronti degli altri.
Una conferma di questa affermazione viene da un contributo scritto da
Camillo Regalia e Claudia Manzi, membri del Centro di Ateneo Studi e
Ricerche sulla Famiglia dell’Università Cattolica di Milano, che uscirà
sul volume della collana Studi Interdisciplinari sulla Famiglia edito da
Vita e Pensiero “L’allungamento della vita: una risorsa per la
famiglia, un’opportunità per la società” .
A partire dai dati di una ricerca condotta su un campione
rappresentativo della popolazione anziana italiana tra i 65 e 75 anni,
gli autori mettono in evidenza come il sentimento di gratitudine che le
persone anziane provano per l’aiuto ricevuto dai familiari e dai
conoscenti contribuisce a favorire, reciprocamente, azioni di sostegno e
di aiuto a favore di chi l’aiuto lo ha offerto. Ma c’è di più. La
gratitudine sperimentata ha un effetto ampio che spinge a prestare il
proprio aiuto anche nei confronti di chi non è stato la fonte diretta
del supporto ricevuto. Chi è grato si sente più soddisfatto e questa
soddisfazione spinge ad avere un atteggiamento e una condotta più
attenta alle esigenze sociali.
In definitiva, essere grati non solo fa stare bene, ma contribuisce a
diffondere il bene attorno a sé, predispone ad aiutare persone anche
non conosciute, e a impegnarsi per la comunità in cui il senior vive.
Questi risultati aprono la strada a interessante implicazioni
applicative. La gratitudine infatti non è, come comunemente si crede,
una virtù innata, ma una virtù che può essere appresa e insegnata.
Lavorare sulla gratitudine, mettere a punto programmi che la
incentivano può essere quindi una strategia per migliorare il benessere
delle persone senior e per incrementare il loro coinvolgimento attivo
all’interno dei diversi contesti relazionali e sociali.
tratto da