UA-61445091-1

lunedì 27 aprile 2015

NUOVA FRONTIERA DELLA VACANZA COLLABORATIVA



Ospitando si ricevono "notti" da poter spendere facendosi ospitare da un altro utente di Nightswapping, la startup nata in Francia poco più di due anni fa che vuole rivoluzionare il turismo collaborativo.
Quante notti hai in portafoglio? Non è una domanda peregrina. Sono le notti, infatti, la moneta virtuale per una startup che si occupa di viaggi e turismo. Nata in Francia nel 2012 con sedi a Parigi e Lione, NightSwapping è uno degli ultimi esempi di sharing economy che nel giro di un paio di anni ha coinvolto decine di migliaia di persone e che, approdata lo scorso anno in Italia, è un fenomeno in espansione. Eletta nel corso del 2014 come startup dell’anno dalla prima edizione di Next Tourisme  , è stata nominata nel 2015 al Travel d’Or nella categoria del turismo collaborativo. A fondarla due anni fa Serge Duriavig che, dopo un’esperienza pluriennale in Smartbox dove ha sviluppato un’esperirenza nell’universo del turismo, durante una cena con amici ha iniziato a pensare a come innovare il concetto dello scambio casa e così per rispondere al desiderio di viaggiare immergendosi nella cultura dei luoghi è nata NightSwapping. Che ha un’ambizione «diventare nel giro dei prossimi cinque anni leader mondiale nell’intermediazione dei viaggi tra privati» confida Duriavig.
Ma che cosa è esattamente NightSwapping e in cosa si distingue da esperienze analoghe come Airbnb o dagli scambi casa? Innanzitutto con Nightswapping non si chiede la reciprocità come nel tradizionale scambio casa, inoltre, chi mette a disposizione la casa, piuttosto che la stanza degli ospiti, può essere presente o meno, ma non viene pagato dalla persona ospitata. In cambio nel suo portafoglio riceve delle “notti” che a sua volta potrà spendere andando a casa di un altro utente di Nightswapping. E se non si ha una casa in grado di ospitare qualcuno o non si ha una stanza per gli ospiti non si è tagliati fuori dal meccanismo. «È possibile acquistare delle notti che vanno da 4 a 49 euro a seconda della valutazione», conferma Clara Costa, responsabile comunicazione per l’Italia di NightSwapping. «Una volta che ci si iscrive alla community si può scegliere un luogo e pagare la stanza, chi ospita avrà un credito di notti che potrà spendere per farsi ospitare». Insomma, un meccanismo che non lascia fuori nessuno e perfettamente legale tengono a sottolineare a Nightswapping. «Ma il bello è entrare a far parte della community ospitando e accumulando notti da spendere» osserva Costa. E che piace sempre di più. «Al momento abbiamo circa 60mila membri e 11mila alloggi censiti, siamo presenti in 150 Paesi. L’85% degli scambi avviene in Europa, un 10% con gli Usa. Gli italiani poi sono in netta espansione: in un anno sono diventati il 13% degli utenti, mentre il 19% degli alloggi offerti è nel BelPaese» conferma Clara Costa.
Questo modo di viaggiare piace ai nostri connazionali che sul portale di NightSwapping raddoppiano ogni mese. E in vista dell’estate arriverà anche un’app
La possibilità di viaggiare è per tutti, spiega ancora Clara Costa «quando inserisco una camera o un appartamento, devo rispondere a una serie di domande che vanno dalla superficie alle sue condizioni, al numero di posti letto, ma anche dire se voglio o no fumatori, animali domestici e naturalmente se la camera o l’appartamento è accessibile alle persone con disabilità». Esiste poi un servizio qualità che controlla le foto e la coerenza delle informazioni per la validazione dei profili e convalidano gli scambi «la fiducia è fondamentale si basa anche sui feedback: che uno ospiti o che sia ospitato viene chiesta un’opinione sull’esperienza» conclude Clara Costa.

sabato 25 aprile 2015

MILANO SAN GREGORIO 49: la storia e l'esempio del Condominio solidale di Viviconstile



Via San Gregorio 49- Milano, era gia’ destinato a diventare un condominio solidale. Questo indirizzo infatti racchiude in se tre diversi numeri civici, tre diversi palazzi con  ognuno il proprio cortile, caldaia, portiere , amministratore. Negli anni, per ragioni varie si sono accorpati, abbattendo i muri che dividevano i cortili, diventando cosi’ un’ unico grande condominio di quasi 50 appartamenti/negozi. 
La Storia
L'evento “condominio solidale” è nato su iniziativa del circolo Legambiente Vivi con Stile di cui ne sono Presidente.
Lo scopo dell'iniziativa era di sensibilizzare le persone sui temi del risparmio energetico e delle risorse e nella condivisione degli spazi comuni. Per attuare questa idea abbiamo provato a presentarla in un condominio. Nell'applicazione di questo progetto abbiamo scelto un condominio (quello in cui vivo) e abbiamo scelto una giornata (il 5 ottobre 2012). Sono stati organizzati dei momenti di formazione riguardo alla raccolta differenziata, oltre a iniziative legate alla vita del quartiere (raccolta abiti usati, attività con l’oratorio parrocchiale,…) alternandoli a momenti ludici, come un rinfresco organizzato dai condomini. Abbiamo inoltre lasciato uno spazio di discussione per nuove possibili proposte sul miglioramento della vita condominiale. L'evento è nato per far fronte ai dubbi dei cittadini riguardo la nuova raccolta differenziata (introduzione umido a Milano). In questo caso la pianificazione è stata molto flessibile e semplificata per poter valutare i punti di forza e gli svantaggi di una proposta di questo tipo. Il mio condominio è stato una sorta di esperimento per poter sviluppare una proposta standardizzata per altri condomini milanesi.
Al 49 di via San Gregorio festa del primo condominio Con stile
Il condominio di via San Gregorio 49 è entrato a far parte di Con Stile. Venerdì 5 ottobre, la presentazione della campagna nel cortile comune. Prima festa di condominio al civico 49 di via San Gregorio a Milano questo venerdì, dalle 16 alle 19. Tutti hanno portato qualcosa da bere e da mangiare in compagnia. E' stato un momento conviviale per presentare la campagna "Con stile. Cambio vita a Milano" e la comunità "Consumi e riduzione dei rifiuti", che coinvolge il vicinato in buone pratiche per migliorare la qualità della raccolta differenziata e ridurre la produzione di rifiuti.
Piante in salvo
Tanto verde invogliava a soffermarsi un po di piu’ per due chiacchiere con i vicini che si incontravano nel cortile,  l’installazione di  2 panchine per  agevolare la socializzazione all’ombra delle piante. Qui si siedono anche i nonni o i genitori che al pomeriggio portano i loro bimbi in cortile a giocare. Nessun giardiniere, facciamo tutto noi, maggiormente la signora Alfrida Mondini, si decica alla cura del verde, nel mese di marzo 2013, abbiamo creato l’angolo degli aromi,   sono stati piantati: basilico di 3 diverse qualita’ – maggiorana – timo - timo limone- salvia – rosmarino- santoreggia. Tutto senza alcun costo perche’ attraverso conoscenze siamo riusciti a farci regalare le piantine. In questo modo tutti  hanno potuto beneficiare all’occorrenza degli aromi.  
La Stanza dello scambio
Sempre per spirito  di solidarieta’ e per ridurre gli sprechi, si e’ pensato di adibire uno spazio comune come deposito di oggetti che possano essere utili alla collettivita’.
Quanti di noi hanno in casa piu’ cacciavite o martelli o trapani o elettrodomestici di  quel che effettivamente gli necessita…. Ebbene, questo e’ il luogo dove ognuno puo’ portare cio’ che non usa e dove ognuno puo’ andare a cercare all’occorrenza una cosa che gli puo’ servire per alcune ore o alcuni giorni per poi rimetterla nel deposito comune. Camminando per questo sentiero, per cercare di educare le persone ad un sistema di vita sempre piu’ responsabile ed ecologico, ci siamo procurati un bidone apposito per la raccolta degli oli esausti, quelli che tutti regolarmente buttiamo nel lavandino ( olio di lattine di tonno o sott’olio o di fritti) e ogni abitante del condominio, si e’ abituato a tenere in cucina una bottiglia di plastica dove versa questi oli. Una volta piena, la porta dal custode che provvede a versarla nel bidone. Quando quest’ultimo è pieno, uno di noi lo porta all’isola ecologica piu’ vicina. Questo si fa anche per le pile. In guardiola c’e’ una scatola dove tutti depositano le pile scariche e quando si va a portare il bidone dell’olio si deposita anche la scatola di quest’ultime.
Il prossimo passo sara’ quello di creare un contenitore da posizionare nello spazio condominiale , dove chiunque puo’ depositare  tutti quei piccoli elettrodomestici che non funzionano piu’  tipo il ferro da stiro, la friggitrice, la radiolina, il cellulare ecc. ecc.  e una volta pieno, a turno ci si prendera’ cura di portarli in una volta sola all’isola ecologica. Tutto questo serve anche a risparmiare tempo, benzina, e nel nostro piccolo ad inquinare meno
 Energia doc
 La centrale termica all'avanguardia, che rimane sempre accesa in modo che non ci siano picchi improvvisi nei consumi. Inoltre, sono state installate le voalvole termostatiche in ogni appartamento per ridurre gli sprechi di energia.
12 giugno 2014 la seconda festa di Condominio
Durante la festa, i condomini sono stati invitati a compilare un questionario “Io condivido il condominio: abito quindi condivido!”
Per ultimo (per ora) stiamo pensando di creare un foglio da distribuire a tutti i residenti nello stabile con il nome e numero di telefono di due o tre persone che , in caso di emergenza, si rendono disponibili per piccole commissioni. Questo è per tutti coloro che in quel momento, per ragioni di salute non possono  uscire o hanno bisogno di una mano per un particolare lavoro domestico.

Il 28 ottobre 2014
Nel locale dello scambio abbiamo organizzato una serata sull'utilizzo delle valvole termostatiche e misuratori di calore.
In questo appuntamento sono stati riportati anche i dati elaborati dai questionari fatti durante la festa di condominio. Abbiamo distribuito un pieghevole con consigli e informazioni per l'utilizzo delle valvole termostatiche e musiratori di calore. La partecipazione è sempre numerosa! Per il futuro ci auguriamo  di essere premiati come “ ambientalisti dell'anno... Premio Luisa Minazzi 2014. “
Una spiaggia e fatta di miliardi di piccolissimi sassolini che chiamiamo sabbia. Partendo da questa immagine ognuno di noi si puo’ porsi in modo diverso verso il prossimo perche’  con questa visione davanti agli occhi si rende conto che siamo tutti diversi ma simili e che solo assieme siamo una spiaggia. Da soli siamo nulla.
Il proverbio: L’UNIONE FA LA FORZA è validissimo, noi ne siamo la prova concreta e siamo solo all’inizio. Noi siamo la spiaggia e  la vogliamo pulita percio’ tocca a noi mantenerla tale.
Questa è la storia del condominio di Via San Gregorio, 49 – Milano
Ciaoooo alla prossima puntata.

Ida e Alfrida

animatrici del condominio insieme a tanti coinquilini

lunedì 20 aprile 2015

ABITARE COLLABORATIVO - ESPERIENZE A CONFRONTO



“La Corte dei girasoli” a Vimercate – “Cenni di cambiamento” a Milano
Davide e  Andrea Prandin, Giovanni e Vincenza Dell’Orto hanno dato vita, a Desio, ad una testimonianza sul vissuto dell’abitare collaborativo da tre punti di vista differenti: il progetto, il cohouser e l’houser sociale. Davide, architetto, è progettista, direttore dei lavori e project manager dell’iniziativa “La Corte dei girasoli” di Vimercate. Andrea è uno dei promotori, dell’appassionante e faticoso percorso di aggregazione e realizzazione, dell’iniziativa di cohousing “La Corte dei girasoli”. Giovanni e Vincenza sono, invece, abitanti da oltre anno di “Cenni di cambiamento” ubicato a ovest di Milano. "Cenni", per dimensioni, è il più grande progetto di housing sociale realizzato in Europa.
Tutti i testimoni sono accomunati dalla ricerca di nuove forme dell’abitare in grado di soddisfare bisogni latenti ed evidenti di nuova socialità. 

Spazi di condivisione e servizi comuni, forme architettoniche, tecnologie evolute, sostenibilità e stili di vita si fondono armonicamente in un’unica visione dell’abitare. Beni relazionali, benessere, comunità e qualità degli spazi architettonici funzionali al vivere e al condividere.

Dalla narrazione dell’esperienza di Vincenza e Giovanni, abitanti di “Cenni di cambiamento”, è emerso un grande desiderio di condividere, risparmiare, essere parte attiva di una comunità plurale ed inclusiva, dove anche il disagio trova risposte generative. “Cenni” è una fucina di relazioni umane e di attività quotidiane concrete di auto-mutuo-aiuto. Nessuno è sconosciuto a “Cenni”, anche se non si sono scelti come vicini, ma si sono incontrati solo dopo l’ingresso negli alloggi. Tutti, in modi anche diversi, si frequentano, svolgono attività condivise, si rendono disponibili, donano qualche ora delle proprie competenze attraverso la banca del tempo: curare il giardino, curare i bambini, creare spazi mamma bambino, gestire cineforum, promuovere forme di micro-artigianalità, fare educazione informatica e gestire gli acquisti solidali. Gli arredi delle cucine, ad esempio racconta Vincenza, li hanno acquistati insieme. Quindici cucine di qualità scontate del cinquanta percento: non male per giovani coppie che devono mettere su casa! La frutta e la verdura  quaranta famiglie, la ricevono direttamente dal produttore. “Cenni”, inoltre, diventa sempre più il luogo di riferimento anche per gli abitanti del più ampio quartiere, della verde zona di San Siro.

Andrea, invece, finalmente in vista del prossimo ingresso nella residenza della “Corte dei girasoli” a Vimercate, racconta della complessa e avvincente avventura della costituzione della cooperativa di cohouser. Racconta di come hanno fortemente voluto, per quasi nove lunghi anni, scegliersi, condividere, co-progettare il luogo della loro vita. Di come si sono incontrati, hanno discusso, partecipato. Della necessità di essere facilitati da un interlocutore esterno, non coinvolto direttamente. Avere un “riferimento competente, con il senno di poi per Andrea, avrebbe facilitato il percorso di avvicinamento alla meta. Dal racconto è emerso, sopra ogni cosa, la forte determinazione verso l’obiettivo.
Costruire il consenso è come scalare una montagna: la difficoltà nel percorso di attacco, il ritmo della camminata, l’enorme fatica del tratto finale. La natura, la vista, l’aria e la gioia della cima diventano, solo a quel punto, esperienze impareggiabili per chiunque fosse in grado di raggiungerla.
Come in ogni avventura umana non tutti riescono a immaginare e pregustare l’autentica bellezza dell’arrivo e tanti si fermano. Chi alla prima difficoltà, chi per scarsa convinzione e chi per mancanza di ossigeno. La metafora della scalata è la stessa del cohousing: tanti lo sognano ma non tutti sono determinati allo stesso modo nel realizzarlo. Dall’incontro sono emerse preziose indicazioni sull’attrezzatura e le dotazioni per affrontare la scalata, ma anche e soprattutto la bellezza della vetta.
"Ho imparato così tanto da voi, Uomini... Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna viene scalata." (Gabriel Garcia Marquez)

Antonio D’Ovidio

giovedì 16 aprile 2015

BOERI: GLI ABITANTI CONTANO PIU' DELLE CASE



Invitato al festival che si tiene a Lucca, il grande architetto spiega come il problema delle periferie non sia un problema edilizio. «Ci vuole più coraggio e più attenzione ai bisogni e alle aspettative delle persone»
Interverrà questa sera, via streaming, al Festival del Volontariato iniziato oggi a Lucca. Stefano Boeri è stato chiamato a parlare del tema che è stato al centro della sua riflessione e del suo lavoro in questi ultimi anni: “Testimoni della realtà – Disegnare città inclusive”. Architetto, premiato quest’anno per aver progettato con il Bosco verticale a Milano, quello che è stato ritenuto il miglior grattacielo al mondo costruito nel 2014, Boeri è un grande mobilitatore culturale, che ha sempre cercato di costruire legami tra chi fa la sua professione e i soggetti sociali che con più intelligenza cercano di pensare nuovi modelli di convivenza. Sarà questo il tema del suo intervento.
Da architetto, come spiega il degrado sociale che stanno vivendo tante periferie delle grandi città italiane?
Me lo spiego con il fatto che il problema delle periferie è sempre stato visto solo come questione edilizio-urbanistica. Invece bisogna procedere in modo completamente diverso, e costruire politiche dell’abitare che mettano insieme il sapere sociale e il sapere sugli spazi. Non è solo un problema politico. È una questione culturale. Il problema delle periferie oggi non è un problema edilizio.
In che senso?
Che oggi c’è bisogno di coraggio e di innovazione. Sono processi che vanno pensati senza tabù. Ad esempio, non si può tralasciare il tema della sicurezza, che assilla chi abita oggi le periferie. Non sono le ronde la soluzione, ma non si può far finta di niente. Ci sono esperienze a Milano, in zona Chiesa Rossa, di abitanti che volontariamente, a mani nude, fanno operazione di controllo di scale e scantinati, per tranquillizzare gli inquilini più fragili. Sono forme di prevenzione su furti e microcriminalità. Le città sono fatte da abitanti prima ancora che da abitazioni. Bisogna iniziare a prendersi più cura di loro.
In senso concreto cosa significa?
Ad esempio: ormai ci sono tanti spazi commerciali vuoti anche nelle periferie. Perché non farli essere luoghi per favorire una piccola imprenditoria diffusa. Negli Stati Uniti sta funzionando moltissimo l’autorganizzazione sulla riparazione di oggetti. È una cosa che con Celentano avevo proposto di lanciare anche per Milano. Ma il riuso è una tendenza che va cavalcata e può aprire opportunità in particolare nelle periferie.
C’è poi anche la dimensione estetica su cui lavorare…
Certo. E l’esperienza di Tirana dove il sindaco ha invitato tutti a colorare le case e gli edifici è interessante. Un modo per sconfiggere il grigiore che così spesso affligge le città e soprattutto chi le abita. Poi c’è il tema delle piazze. Sono luoghi importanti e spesso sono state sacrificati a snodi di traffico anziché a luoghi di relazione e di incontro. Sono spazi pubblici che hanno la loro bellezza nell’essere imprevedibili. Pensate al successo di piazza Gae Aulenti nella nuova down town di Milano. Poteva essere un luogo asettico tra grattacieli frequentati da bancari e banchieri, invece è un luogo vivo, dove incontri di tutto. Un successo che dal punto di vista di un urbanista sarebbe stato imprevedibile…