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lunedì 13 aprile 2015

“CON-DIVIDERE PER MOLTIPLICARE”

Famiglie e stili di vita


La Santa Sede, la Diocesi di Milano e Caritas Internationalis, Italiana e Ambrosiana saranno presenti nello spazio espositivo di EXPO 2015 rispettivamente con un padiglione e un palinsesto di eventi e iniziative.

In sintonia con questo coinvolgimento la Chiesa di Milano, aderisce alla Campagna promossa da Caritas Internationalis “Una sola famiglia umana. Cibo per tutti” e promuove un percorso di approfondimento per mettersi in ascolto delle esperienze già in atto sui territori diocesani, trarne riflessioni condivise e traiettorie di azione comune sui temi di alto valore civile e religioso connessi col nutrirsi in giustizia e nel rispetto della vita di tutti.

Caritas Ambrosiana, Servizio per la Famiglia, Ufficio per la Pastorale Sociale, in collaborazione con ACLI, Forum Regionale delle Associazioni Familiari della Lombardia, Oasi per la Famiglia, intendono sostenere insieme percorso che ha come focus l’agire abituale dei singoli e delle famiglie, nella convinzione che per pensare a un rapporto con il pianeta, responsabile e capace di cura, è necessario partire da scelte quotidiane orientate ad un processo di costruzione del bene comune.


Recenti e autorevoli indicazioni ci indirizzano e incoraggiano nel lavorare in questa direzione:

“È necessario un effettivo cambiamento di mentalità che ci induca ad adottare nuovi stili di vita, nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano la scelta dei consumi, dei risparmi e degli investimenti”

“Caritas in Veritate”, 51

“La solidarietà è una reazione spontanea di chi riconosce la funzione sociale della proprietà e la destinazione universale dei beni come realtà anteriori alla proprietà privata. Il possesso privato dei beni si giustifica per custodirli e accrescerli in modo che servano meglio al bene comune, per cui la solidarietà si deve vivere come la decisione di restituire al povero quello che gli corrisponde.”

“Evangelii Gaudium”, 189

“Alimentazione, energia e vita richiamano alla fondamentale idea del “convivio”. In esso l’uomo compie, in modo paradigmatico, l’esperienza del bisogno aperto al desiderio della condivisione, della fragilità e dell’ospitalità … la convivialità è, infatti, uno dei tratti essenziali di questi nuovi stili di vita … abitare il mondo nel presente e nel futuro non dipende solo dalla disponibilità di risorse, ma dall’orizzonte di riconoscimento entro cui le risorse verranno distribuite”



Il percorso è mosso da interrogativi importanti e urgenti: come ripensare i principi del nostro sistema economico e le attuali politiche socioeconomiche per garantire il benessere della persona e della famiglia? Come attivare le diverse forme aggregative e associative presenti nella nostra società perché assumano un ruolo di veri protagonisti del cambiamento? Quale ruolo le famiglie possono giocare nella costruzione di una vita buona per le generazioni di domani?



Le risposte a queste domande sono ormai tematizzate dalla riflessione economica e sociologica, che offre degli orientamenti precisi. Si avverte più che mai oggi la necessità di ripensare il sistema socioeconomico in modo strutturale a partire dalla capacità di organizzare le relazioni fra membri di uno stesso contesto di vita per la soddisfazione dei bisogni, la tutela dei diritti e la cura della dignità di ogni persona, come del resto è chiaramente suggerito dal significato stesso del termine ‘economia’.


È ugualmente chiara l’urgenza di rifondare il sistema economico mettendo al centro i temi della condivisione e dell’equità, valorizzando esperienze e pratiche capaci di porre il bene comune al centro delle scelte individuali, orientate ad assicurare a ciascuno e a tutti i membri della “sola famiglia umana” condizioni di vita dignitose. La rete di buone relazioni può così costituire una risorsa generativa nella comunità, decisiva per soddisfare i bisogni personali di tutti.
Non si tratta quindi semplicemente di moltiplicare la produzione di risorse, bensì di condividere quanto già in nostro possesso, per quanto poco ci possa sembrare. Infatti, così come ci mostra il racconto del miracolo della condivisione dei pani e dei pesci, la capacità di fare parte/distribuire/condividere consente di soddisfare i bisogni delle persone, a partire dalle relazioni che si riescono a costruire e curare.
La direzione verso cui camminare è quindi chiara.
Il percorso non è ai primissimi passi. Molte famiglie in questi anni si sono messe in relazione e organizzate, mostrando di essere soggetti in grado di costruire reti e scambi orientati all’eticità e alla solidarietà: esperienze di acquisto condiviso basate su giustizia ed equità, reti costruite attorno all’accoglienza di soggetti più deboli, pratiche di mutualità e condivisione…
Queste esperienze fondate su una logica di dono e di reciprocità, tessono una trama di relazioni costruendo delle vere e proprie reti che praticano una “economia di condivisione” . Esse, già presenti nelle nostre comunità spesso in modo silenzioso, rappresentano oggi la testimonianza di uno stile di vita possibile, capace di “nutrire il pianeta”.
Il percorso che proponiamo intende accompagnare il prossimo anno pastorale 2014-2015 e concludersi con un evento che si realizzerà nel mese di Ottobre 2015.
Il principale obiettivo sarà la promozione di un consapevole, concreto e fattivo spirito di condivisione nelle nostre comunità cristiane, individuando, mettendo in evidenza e condividendo buone pratiche e progetti, mediante la riflessione e l’approfondimento delle ragioni e dei metodi che le sostengono, confidando in un sano e salvifico ‘contagio’.
Strumento fondamentale in questa direzione sarà l’attivazione delle comunità territoriali nella creazione di “laboratori di economia di condivisione” all’interno dei quali ricercare, integrare e comunicare le diverse esperienze e realtà già esistenti, realizzare attività congiunte e discussioni, aiutandosi a vicenda in ascolto, confronto e condivisione di informazioni.
Attraverso il dialogo tra le diverse voci di tutti i soggetti che concorrono alla costruzione del nostro contesto di vita locale, si vorrebbe così contribuire a trovare il filo capace di tessere buoni legami in una società sempre più fragile e sconnessa, costruendo relazioni che consentano di imparare gli uni dagli altri, riscoprendo gli elementi fondanti di una vera comunità.
A titolo esemplificativo citiamo alcune delle buone pratiche possibili, già in atto nei territori, che potrebbero essere messe a tema nei “laboratori”: mutuo aiuto tra le famiglie, gruppi di acquisto solidale e familiare, accoglienze in rete di minori, adulti e famiglie in difficoltà (affido, famiglie d’appoggio), scambio dell’usato, baratto e banche del tempo, co-housing, condivisione di beni, “sharing”, fondi comuni di solidarietà per il sostegno di persone e progetti.

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